Ispirazione Cristiana nel Diritto
A.N.A.C.
Associazione Nazionale Avvocati Cristiani
Alcuni dei motivi per cui esiste l’ANAC (Catania 18 maggio 2009) Ogni professione umana, assunta nella prospettiva cristiana, si sforza di mantenere uno sguardo di fondo sull'uomo, aperto alla sua verità completa. Di fronte alla tentazione di concepirsi  semplicemente come rapporto tecnico con organismi viventi, si può dire che ogni professione è chiamata a salvare sempre la verità del rapporto di una persona di fronte ad un'altra persona, che si trova in una condizione di fragilità, che chiede di essere aiutata a realizzarsi nelle sue potenzialità personali.  In tal fatta, la regola basilare di ogni professione non è diversa da quella di  Kant “agisci sempre in modo da trattare l'umanità in te stesso e nell'altro come un fine e mai solo come un mezzo”. La regola fondamentale è: tratta sempre l'uomo come un fine.  In tale visione come ognuno può ben vedere, il ruolo che l'Avvocatura è chiamata a svolgere nel contesto sociale italiano, così come in ogni altro stato democratico, è del massimo livello e non può e non deve subire limitazioni di sorta, pena la assoluta violazione dei diritti dei cittadini. Ma per godere di una Avvocatura libera e forte – scusatemi il passaggio che ricorda il grande Sturzo -, lo Stato deve garantire che la professione forense venga esercitata da soggetti dotati di vera preparazione tecnica, di specchiata condotta ed indipendenti da condizionamenti di sorta, non ultimo da fattori di natura economica. Male ha dunque operato sino ad oggi lo Stato Italiano consentendo un quasi indiscriminato accesso alla professione e consentendo di operare in materie legali a soggetti di più che dubbia qualificazione (consumerismo,infortunistica, commissioni di conciliazione, consultori, ecc.) e non garantendo agli Avvocati una fonte certa di reddito. In pochi sanno che senza il quotidiano sacrificio di tanti Avvocati, la giustizia, intesa come meccanismo statale, attraverso il quale dovrebbe realizzarsi l'antico broccardo per cui "ciascuno deve avere il suo", si bloccherebbe. Le disfunzioni dell'apparato statale in materia giustizia sono tante e così profonde che solo la funzione di supplenza che l'Avvocato svolge in ogni occasione ne consente il parziale superamento. Per tali motivi, cari colleghi, e per tanti altri l’ANAC esiste. Noi Avvocati, percorrendo insieme il cammino e non nella solitudine di ognuno, saremo tanto per questa società e per il suo futuro.     Un forte abbraccio a tutti.         Nunzio Andrea Russo Auguri per una Pasqua serena a Voi e ai Vostri cari  (Catania 26 marzo 2009) Cari Avvocati,  nell’approssimarci alla Pasqua la nostra associazione ha con gioia a porvi cari auguri unitamente ad una breve riflessione : la pasqua  costituisce,per credenti e non, un paradigma imprescindibile e un trigonometrico punto di riferimento per  riportare tale vicenda sulle strade, spesso difficili, della nostra quotidianità, di una cronaca sovente marcata da tragedie, devianze, disagi originati  dall’individualismo, dagli interessi di singoli e da un sempre più strisciante neorelativismo.  Le parole del Risorto “la pace sia con voi” devono diventare , sempre più , il nostro impegno coerente e silenzioso  per incidere segni di giustizia, di civile e gioiosa convivenza, di armonia dentro di noi e attorno a noi.  Solo tale testimonianza è credibile, autorevole, in grado di  coniugare in maniera sinergica le diversità e i linguaggi, contribuendo a costruire la democrazia reale che ponga al centro la dignità e i diritti fondamentali della persona umana.         Nunzio Andrea Russo La Politica sia al servizio della Democrazia e della Vita  (Catania 11 febbraio 2009) Cari Avvocati, sino a quando si vuol restare in una Democrazia, nessuno può arrogarsi il diritto di imporre ciò che è giusto contro la volontà della maggioranza. Una Democrazia è vera quando consente una ampia ed ineludibile connessione tra la validità degli argomenti e le procedure in virtù di cui essi diventano socialmente vincolanti per tutti, anche per coloro che non li condividono. Per tale motivo la Democrazia ha bisogno di una etica sentita tra i cittadini, di convinzioni comuni sulla dignità e la libertà degli esseri umani unitamente al rispetto delle regole comuni. La maggioranza decide e decidendo occorre che chi è minoranza accetti l'esito. Vi è però sempre più uno scemare dell'etica comune che  attaccata da un neorelativismo etico si trova ad affrontare democrazie impreparate. Democrazie ove la confusione della cosiddetta Etica singola produce pericolose fratture nella comunità politica, che mettono in grave fibrillazione la stessa legittimità delle procedure di decisone. La pratica democratica non può certo pretendere di dedurre dalla verità o meno di un argomento il fatto che esso venga anche condiviso; la validità degli argomenti conta finché si discute; quando si tratta di legiferare, si contano i voti e la maggioranza vince.  Essa maggioranza è la vita della democrazia. Eppure oggi una maggioranza in grado di gridare l'indisponibilità e la non negoziabilità del  diritto alla vita è inesistente. Ci si chiede perché ? Per tale motivo, cari colleghi, dobbiamo, nel nostro essere eticamente orientati, esistere  e dare stimolo ad una politica che sempre persegua la tutela del diritto alla vita.          Nunzio Andrea Russo La gioia di incontrare il Santo Padre  (Catania 9 ottobre 2008) Cari Avvocati , l’etica cristiana applicata nell’esercizio della professione forense è il tema di fondo che sempre dovrà dirigerci.  Il ruolo incisivo delle radici cristiane nella formazione della deontologia forense dovrà, sempre più, diventare incisivo ed in ciò nostro ulteriore faro sarà sempre l’enciclica  di Giovanni Paolo II  Veritatis Splendor “ Lo splendore della Verità”. Il ruolo centrale della persona umana , i suoi diritti inviolabili ed inalienabili,il rispetto per la vita sono alcuni dei principi cristiani che hanno permeato la società civile e che devono sempre ispirare ogni Avvocato nell’esercizio della propria attività professionale. Con tali certezze, noi Avvocati Cristiani percorreremo la vita accompagnandoci nei momenti di sconforto, che come ben sapete sono tanti . Oggi è giornata di grande gioia , una delegazione dell’A.N.A.C., nella data del 29 ottobre c.a.,  giusto invito di S.E. James M. Harvey Prefetto della Casa Pontificia, sarà in udienza dal Santo Padre Benedetto XVI ed in tale data si chiederà di benedire tutti gli associati ed i loro cari. Tutti noi per ognuno di noi.         Nunzio Andrea Russo Orgogliosi di essere avvocati cristiani (Catania 12 settembre 2008) L'utilizzo della ragione nella sua missione rappresentativa del pensiero è di ausilio a perdere la paura di parlare di Dio nel mondo professionale e pubblico, a non limitare l'apostolato all'ambiente privato, familiare e amicale. L'odierna  cultura chiede che i cristiani partecipino ai dibattiti su temi di interesse generale, e che lo facciano manifestando la loro unità di vita. In questo modo si otterrà un dibattito autenticamente sereno e ragionato, con un linguaggio curato che contribuirà alla pacifica convivenza. Ai nostri giorni, da parte di alcuni, si pretende di mettere come base del dialogo politico un certo relativismo, che ignora qualsiasi concezione trascendente dell'uomo. Spesso si presenta unito alla tolleranza, come se si volesse affermare che credere in Dio rende incapaci a comprendere i problemi e le necessità di coloro che non hanno fede; o perfino che il credente, al momento di dialogare, pretende di imporre,benché non ne sia cosciente,delle convinzioni che sono puramente soggettive. Ebbene il relativismo non è una condizione atta al progresso, né il risultato di un maggior rispetto per la libertà; basta considerare la storia per vedere l'apporto fondamentale del cristianesimo nella scoperta della dignità umana, della fiducia nella ragione e nei valori della libera convivenza. La fede non ha perduto nessuna delle sue virtualità: per tale motivo, di fronte alle difficoltà di un ambiente che relega ciò che è religioso all'ambito privato, il cristiano non può lasciarsi trasportare dallo scoraggiamento o dalla tentazione di nascondere il suo credo. Sarebbe una manifestazione di viltà, di comodità e, in definitiva, di non aver compreso il vero rapporto tra ragione e fede. Il necessario dialogo politico richiede di radunare gli sforzi per costruire il bene comune; chiede da ogni persona la sua iniziativa, le sue proposte, le sue soluzioni ai problemi sociali. In questo senso, la dottrina sociale della Chiesa propone "un umanesimo all'altezza del disegno d'amore di Dio sulla storia; un umanesimo integrale e solidale, capace di animare un nuovo ordine sociale, fondato sulla dignità e sulla libertà di ogni persona umana" . Chi non facesse udire la sua voce di fronte al relativismo imperante non solo rinuncerebbe a una concezione cristiana dell'uomo, ma abdicherebbe alla propria intimità, sì da privare gli altri del loro personale apporto al bene comune. Nella maggioranza dei casi non saranno le istituzioni ufficiali della Chiesa quelle che interverranno nella discussione pubblica, ma toccherà ai fedeli laici prendere le decisioni concrete, teoriche o pratiche, che ciascuno reputi in coscienza più opportune e più confacenti alle proprie convinzioni e inclinazioni: per esempio, per quanto riguarda le correnti artistiche e culturali o i problemi concreti della loro vita professionale e sociale, ecc. .Benché i politici abbiano , o almeno dovrebbero avere, un impegno più diretto per l'edificazione del bene comune, non è un compito riservato solo a loro. Tutti i cristiani sono chiamati a cooperare allo sviluppo nelle loro circostanze: dando esempio di giustizia nelle relazioni professionali; collaborando a iniziative culturali o di solidarietà, o ai mezzi di comunicazione; talvolta possono intervenire in associazioni professionali, o partecipare a conferenze o altro. Le possibilità sono tante e spetta a ognuno riconoscerle quando si presentano. In tal fatta, alla fine, anche sul terreno dell'opinione, benché non ci siano regole universali, converrà mostrare in molti casi ,in modo adeguato, pensando al pubblico al quale ci si rivolge, che senza Dio manca la prospettiva per comprendere la vera essenza di molte realtà; che ogni realtà può trovare risposta da una prospettiva cristiana, anche se a volte non sarà facile esprimerla. In questa ottica noi avvocati cristiani abbiamo una enorme responsabilità .     Nunzio Andrea Russo Lettera alla Cassa Forense (Catania 8 settembre 2008) Al Presidente Cassa Forense Avv. Paolo Rosa  Egregio Presidente, inVio la presente onde segnalare la necessità che tutti gli Organi della Cassa Forense diano inizio ad un percorso di ampio confronto , con tutte le rappresentanze istituzionali ed associative dell'Avvocatura in merito alle paventate modifiche del regime previdenziale. E' inimmaginabile, in tale rilevante materia, l'assenza di discussione costruttiva. Cordialità.          Il Presidente        Avv. Nunzio Andrea Russo
Lettera contro le persecuzioni  (Catania 1 settembre 2008) Al Presidente della Repubblica Italiana On. Dott. Giorgio Napolitano ed al Ministro di Grazia e Giustizia On. Avv. Angelino Alfano Cari Presidente e Ministro , essere   Cristiani   in   certe   zone   del   mondo   costa   caro.   In   India   decine   sono   i   morti;   in   tanti   paesi   le   vili      persecuzioni   sono   all'ordine   del   giorno   e   le   frizioni   non   sono   lontane:anche   in   casa   nostra   o   dietro   l'uscio   vi   è   un   tumulto continuo.   In   tal   specie,   L’Algeria   merita   approfondimento.   Sull'altra   sponda   del   mediterraneo   si   concentra   una   vera   e   propria   ossessione   religiosa.   Le   disposizioni   normative   del   2006   che   regolano   la   pratica   dei   culti   non   musulmani in   Algeria,   hanno   provocato   un   susseguirsi   di   eventi   drammatici.   La   lista   delle   persecuzioni   è   in   continua   crescita   con   chiusura   dei   luoghi   di   culto,arresto   di   coloro   che   vengono   definiti   criminali   perché   in   possesso   della   bibbia   e limitazioni   di   ogni   genere.   Tali   inenarrabili   violenze   accadono   a   poca   distanza   :   in   una   zona   del   mondo   che   si   affaccia   sul   mare   mediterraneo   e   che   ha   firmato   nel   1948   la   "Dichiarazione   Universale"   secondo   la   quale   all'articolo   18     si   recita   che   ogni   persona   ha   libertà   di   pensiero,di   coscienza   e   di   religione. Tale   diritto   implica   la   libertà   di   cambiare   religione   o   convinzione   come   anche   la   libertà   di   manifestare   la   propria   religione   o   la   propria   convinzione,   da   soli   o con   altri,   tanto   in   luogo   pubblico   come   in   privato,   attraverso   l'insegnamento,le   pratiche,il   culto   ed   il   compimento   di   riti.   E'   di   facile   intuizione   rilevare   le   restrizioni   apportate   dalle   disposizioni   normative   del   2006.   Tanti   Avvocati Cristiani   in   quei   luoghi   si   stanno   battendo   cercando   di   far   comprendere   che   i   limiti   alle   realtà   religiose   sono   una   minaccia   alle   libertà   pubbliche.   In   questa   ottica,   appare   evidente   che   vi   sia   una   aggressione   nei   confronti   della religione   Cristiana.   Sono   innumerevoli   i   Cristiani   che   devono   fare   i   conti   con   questo   clima   e   fra   tutti   gli   educatori      a   cui   non   viene   rilasciato   il   rinnovo   del   visto   e   che   vengono   esortati   a   lasciare   il   paese.   Orbene,   Voi   alte   cariche intervenite in tutte le sedi Internazionali onde permettere la fine di queste nefandezze. Con gratitudine.               Il Presidente           Avv.Nunzio Andrea Russo
Vacanze estate 2008  (Catania 22 luglio 2008) Cari e care,   nell'imminenza delle prossime vacanze desidero, innanzitutto, porgere a tutti Voi ed ai Vostri cari,  anche a nome del direttivo  A.N.A.C. , i più sinceri auguri di un sereno riposo. Desidero anche esprimere un forte ringraziamento per il senso di attaccamento che continuate a dimostrare , a mezzo mail e telefonate, alla nostra Istituzione e che è alla base dei positivi risultati che man mano si evidenziano. Convinto che l'ulteriore crescita dell'A.N.A.C. possa avvenire solo rafforzando i rapporti  tra gli associati , ci si è dato come obiettivo primario quello di  avviare tante  iniziative concrete  intensificando i momenti di incontro, nella certezza di poter avere da Voi utili suggerimenti. L'A.N.A.C. sta divenendo un punto di riferimento per tanti Avvocati Italiani grazie a Voi. Auspicando di  incontrarvi quanto prima , rinnovo gli auguri e saluto cordialmente.        Un forte abbraccio.     Nunzio Andrea Russo  p.s.  è un piacere ricevere Vs. mail così pregnanti di sensibilità. Visitate sempre il nostro sito www.avvocaticristiani.it         ...anzi ponetelo a prima pagina e non dimenticate di inviarci Vs. mail con riflessioni e suggerimenti.
AVVOCATURA UNITA (Catania 29 ottobre 2010) Cari Avvocati , ognuno   di   noi   può   molto   grazie   alla   sua   parola,   perché   essa   ha   la   capacità   reale   di   modellare   il   mondo   che   ci   circonda,   il   mondo   di   chi   a   quella   parola   sa   e   vuole   prestare   ascolto   nella   speranza   di   conprendere. Nessuno   di   noi   si   permetta   il   silenzio   facendo   trionfare   la   diffidenza   e      l’isolamento,   così   da   garantire   che   ogni   potenzialità   di   miglioramento   si   disperda.   L’Avvocatura      necessita   di   vera   unità   per   impedire   che   si consolidino   meri   sistemi   autoreferenziali   e   che   si   cristallizzino   per   lungo   tempo   rendite   da   posizioni   non   meritocratiche.   Diciamo   basta   all’oblio   dei   corridoi   dei   tribunali   dove   problematiche   note   a   tutti   vengono sottaciute   –   ognuno   limitandosi   a   sussurrare   buoni   propositi.   Da   uomini   cresciuti   nel   sogno   di   svolgere   una   nobile   funzione   e   da   Avvocati   che   si   riconoscono   nel   ruolo   essenziale   dell’Avvocatura,dobbiamo sempre più pretendere,uniti e non divisi,per essa professione dignità, decoro e prestigio. Del   ruolo   dell’Avvocato,   vilmente      spesso   svilito   nei   rapporti   con   la   magistratura   e   con   il   sistema   mediatico,   dobbiamo   sempre   più   rivendicare   la   centralità,   quale   unico   mediatore   tra   il   diritto   del   cittadino   ad avere giustizia ed il dovere dello Stato di assicurarla. Ogni Avvocato sia sempre accanto ad ogni Avvocato. Un forte abbraccio,  a cui unisco la richiesta , ad ognuno di voi, di una preghiera per l’Avvocato Massimo Pallini di Cassino vilmente ucciso. Nunzio Andrea Russo
Lettera agli associati (Catania 15 marzo 2013) Cari Avvocati , nell'approssimarci alla Pasqua sostituisco il mio pensiero con una lettera scritta dal nuovo Papa Francesco , nel 2012,  ad un Suo amico  Don Giacomo. Essa lettera ,piena di contenuti, è per tutti noi un augurio. Nunzio Andrea Russo "Durante   la   cerimonia   delle   cresime   a   San   Lorenzo   fuori   le   Mura   pregammo   per   la   sua   salute...   e   lui   ringraziò   con   un   gesto   che   era   di   speranza   di   guarire   e,   allo   stesso   tempo,   di   affidamento".   Il   cardinale Bergoglio ricorda Giacomo Tantardini, sacerdote. "Ricordatevi   dei   vostri   capi,   i   quali   vi   hanno   annunciato   la   parola   di   Dio;   considerando   attentamente   l'esito   finale   della   loro   vita,   imitatene   la   fede"   (Eb   13,   7).   Così,   l'autore   della   Lettera   agli   Ebrei   ci   esorta   a   tener presenti   quelli   che   ci   hanno   annunciato   il   Vangelo   e   che   già   sono   partiti.   Ci   chiede   di   ricordarli,   ma   non   in   quel   modo   formale   e,   a   volte,   commiserevole,   che   ci   fa   dire   "quanto   era   buono!",   una   frase   che   si   sente spesso   nel   peristilio   dei   cimiteri.   Quel   tipo   di   memoria   è   un   semplice   ricordo   di   formalità   sociale.   Ci   chiede,   invece,   di   ricordarli   a   partire   dalla   fecondità   della   loro   semina   in   mezzo   a   noi.   Ci   chiede   di   ricordarli con   la   memoria   del   cuore,   quella   memoria   deuteronomica   che   costruisce   sulla   roccia,   che   plasma   vite   e   marchia   cuori.   Sì,   il   nostro   cuore   si   edifica   sulla   memoria   di   quegli   uomini   e   quelle   donne   che   ci   hanno fatto avvicinare a sorgenti di vita e di speranza a cui potranno attingere anche quelli che ci seguiranno. È la memoria dell'eredità ricevuta che dobbiamo, a nostra volta, trasmettere ai nostri figli.